Cinisello Balsamo: Villa Ghirlanda SilvaCinisello Balsamo: Villa Ghirlanda Silva

Cronologia biografico-artistica




Nasce a Cinisello Balsamo il 15 ottobre 1914, primogenita di Giuditta e Davide Rusconi che diedero i natali ad altre due figlie: Gina e Gianna.
Papà Davide è un imprenditore ben conosciuto a Cinisello Balsamo, grande sportivo ed appassionato di motori. E’ il fondatore dell’A.M. Motoclub, contribuisce alla diffusione dello sport e alla costruzione del campo di calcio della cittadina natale. E’ insignito di diversi riconoscimenti e diplomi per i meriti del lavoro e le opere di benefattore.
Ada trascorre l’infanzia nella casa adiacente il parco di Villa Ghirlanda, dove passa la maggior parte del suo tempo a giocare insieme alle sorelle.
Manifesta già da ragazza una grande passione per tutte le arti figurative. Studia a Milano, anche all’insaputa del padre che, nella visione pratica della vita, non vede di buon occhio quella vocazione. La madre e le sorelle la sostengono e l’aiutano a realizzare le sue aspirazioni artistiche.
Oltre alla pittura studia musica sotto la guida del Maestro Giulio Confalonieri, al quale dedicherà un ritratto.
Compie diversi viaggi di studio. A Parigi frequenta “La scuola libera”, segue con attenzione gli ambienti artistici di Monaco, si reca in Portogallo, Spagna e Danimarca. In seguito, visiterà anche il Nord America.
La sua vita artistica pubblica inizia sostanzialmente verso la fine degli anni trenta, dove ancora il suo carattere forte, il senso di libertà, l’amore per la musica, lo sport e i viaggi la impegnano su molti fronti.
Ada e Gianna Rusconi 1939 Ada e Gianna Rusconi, 1939

1939.


Seguendo la passione del papà per i motori, partecipa insieme alla sorella Gianna, a bordo di una rombante moto Gilera 250 cc, al “I° Tour femminile” in moto dell’Italia. E’ un evento epocale. Folle di curiosi, di appassionati e di fotografi accolgono le motocicliste ad ogni tappa del giro, mentre i giornali danno grande risalto all’iniziativa.

1941-1943.


A Milano frequenta con assiduità il corso di perfezionamento: “Serale del nudo”. Si applica al disegno e alla pittura di figura, in particolare ai ritratti femminili. Dipinge un “Ritratto di Giuliana Penzi”, famosa Prima Ballerina del Teatro Alla Scala di Milano.

1945.


Nel mese di settembre, in uno dei suoi periodici viaggi di studio a Parigi, conosce il pittore Leonardo Spreafico che si trovava nella capitale francese per lavoro. In seguito Ada studierà sotto la sua guida alla Scuola d’Arte del Castello Sforzesco di Milano, rimanendone affascinata dalla personalità, dallo stile artistico, dall’innata capacità di stupire, di essere all’avanguardia. Ne nascerà un’amicizia, un sodalizio artistico e un sentimento che si consoliderà nel tempo, accompagnandoli fino alla prematura scomparsa del Professore - come lei amava chiamarlo - avvenuta nel dicembre 1974. Un rapporto di stima, affetto, amore, tenero e riservato. Momenti di vita comune, viaggi, svaghi, e tempi d’ispirazione artistica, studio e lavoro.

1946-1947.


Si cimenta nella regia di alcuni spettacoli di rivista messi in scena dalla “Compagnia Spettacoli Minimi” del Centro Italiano Femminile di Cinisello: “Così nacque ed è” di P.M. Bertelli, nella quale è regista con A. Cipelletti, rappresentato nell’aprile 1946 al Teatro Pax di Cinisello Balsamo; e “C’è rivista in tutto il mondo dall’Alaska all’equatore” di Ermanno Romanò - con il quale condivide la regia - andato in scena nello stesso teatro il mese di giugno 1947.

1948.


Partecipa alla seconda edizione del Premio Città di Lissone con l’opera “Paesaggio, il pino” che viene insignita del 1° premio.
Nel mese di giugno espone il medesimo dipinto alla “2^ Mostra Nazionale d’Arte - Premio Città d’Alessandria”. Tra gli artisti espositori ci sono: G. Moro, B. Cassinari, L. Spreafico, F. De Pisis, R. De Grada.
Sostiene con il suo operato la buona riuscita delle “Manifestazioni Settembrine” organizzate dal Comune di Cinisello Balsamo. Tra queste spicca una rappresentazione del “Barbiere di Siviglia” di Gioacchino Rossini, data all’aperto nel Parco Martinelli di Balsamo. Tra gli interpreti: Afro Poli, nella parte di Figaro, Tancredi Pasero nel ruolo di Basilio e, nella parte del Conte d’Almaviva, Adriano Sala, futuro papà di Stefania, nipote di Ada, che si avvierà alla carriera di ballerina studiando al Teatro Alla Scala di Milano.
L’allestimento scenico originale è del pittore Leonardo Spreafico che esegue anche i bozzetti delle scenografie per i tre atti dell’opera.
Per il suo impegno volontario e disinteressato, il Comune di Cinisello Balsamo le conferisce il “Diploma d’Onore”.

1949.


Il suo dipinto “Madonna nera con bambino” si aggiudica il 1° premio della giuria alla seconda edizione della “Mostra Nazionale d’Arte Sacra” di Novara.
Nel mese di maggio l’opera “Natura morta” è ammessa alla “3^ Mostra Nazionale d’Arte - Premio Città d’Alessandria”. L’evento assume grande rilievo per l’importanza degli artisti espositori e per la partecipazione, fuori concorso, dei pittori: G. Morandi, P. Semeghini, M. Sironi e altri artisti affermati.
Una situazione già riscontrata dalla pittrice nei concorsi collettivi precedenti e che si ripeterà in quelli successivi. Si troverà sovente a esporre opere nelle stesse rassegne alle quali partecipa il suo maestro Leonardo Spreafico. Grazie agli studi e all’innata creatività, Ada ha acquisito uno stile di pittura personale, un modo gentile, romantico e immediato di comunicare con il pubblico attraverso i suoi dipinti, un’espressività artistica naturale, senza sofisticazioni, che fa di lei un’apprezzata pittrice di figura.
Nei mesi di giugno e luglio concorre al “Premio Nazionale di Pittura” organizzato dall’Ente Provinciale per il Turismo di Cremona riproponendo l’opera “Paesaggio, il pino”.
Nel mese di agosto si presenta con il dipinto “Paesaggio” al prestigioso concorso nazionale di pittura “Premio Siena”. Fuori concorso sono esposte opere di G. De Chirico, P. Semeghini, F. De Pisis, F. Casorati, A. Tosi.
In seguito, partecipa al “Premio Tesoretto di Brera per la Pittura” di Milano con l’opera “Autoritratto” che è premiata dalla giuria.
Nel mese di dicembre figura fra i concorrenti alla “2^ Mostra Nazionale d’Arte Contemporanea – Premio Arengario” di Milano, dove presenta l’opera “Paesaggio” che ottiene l’encomio.

1950.


Fa parte delle espositrici al “Premio Bolzano 1950” per le Pittrici Italiane. E’ la prima edizione del concorso e Ada partecipa con le opere: “Le amiche”, “Autoritratto” e “Paesaggio”. Il quotidiano “Alto Adige”, in un articolo del 12 settembre, mette in luce le sue doti artistiche e riproduce il dipinto “Le amiche”.
Espone l’opera “Barche sulla riva” alla Mostra Nazionale di Pittura “II Premio Golfo della Spezia” che si svolge a Lerici.
Si aggrega ai 196 pittori del “1° Giro d’Italia della Pittura Contemporanea”. Una manifestazione che nasce da un’idea della “Galleria d’Arte Cairola” di Milano e che trova la sua prima tappa a Genova. La cerimonia d’inaugurazione si tiene al prestigioso Teatro Carlo Felice.
Ada presenta l’opera “Natura morta con pesci”, confermando il suo carattere forte e volitivo, capace di sostenere il confronto con la migliore espressione pittorica dell’epoca.
Sanremo, Alassio, Savona e Rapallo sono le successive tappe liguri del giro che continuerà nelle altre regioni italiane per la restante parte del 1950 e nel 1951.

1951.


Partecipa al “III Premio Nazionale di Pittura – Golfo della Spezia” con l’opera “Paesaggio di mare” e, con altri due dipinti, alla “I^ Mostra di Pittura – Premio Città di Clusone” e alla “I^ Mostra Nazionale di Pittura – Città di Messina”.
Nel mese di Aprile inaugura la sua prima mostra personale alla “Galleria d’Arte dello Scorpione” di Trieste. Sono in esposizione ventuno opere fra le quali Ada ripropone “Le Amiche”, “Paesaggio, il pino”, alcuni dipinti di soggetti floreali - che diventeranno un tema importante della sua pittura - e alcune opere realizzate nei soggiorni parigini raffiguranti scorci e vedute della “Ville lumière”.
Diversi quotidiani cittadini, nazionali e dell’allora Jugoslavia dedicano a questo evento articoli di critici e giornalisti con riproduzioni fotografiche delle opere esposte.
Entra a far parte degli artisti catalogati nell’Archivio Storico d’Arte Contemporanea della Biennale di Venezia.

1952.


Nel mese di giugno espone le opere “Le Amiche” e “La donna bruna” alla “I^ Mostra Figurativa di Pittura Contemporanea” organizzata dal Gruppo Amici di Desio.

1953.


Nei mesi di giugno e luglio, si tiene alla Villa Reale di Monza la “2^ Mostra Nazionale di Pittura – Premio Città di Monza”. Ada concorre con l’opera “Arlecchino”.
La rivista d’arte francese “La Revue Moderne” del gennaio 1953, dedica la copertina al dipinto “Le Amiche” e, al suo interno, parlando della partecipazione di Ada al “Premio Bolzano” per le Pittrici Italiane, elogia la sua pittura evidenziando le opere “Paesaggio, il pino” e “Arlecchino”.

1954.


Ada ha un carattere eclettico e, oltre alla pittura, si dedica ad altre attività artistiche. Esegue un bozzetto raffigurante i segni dello zodiaco per il caminetto di una casa milanese signorile ed elegantemente arredata. La realizzazione della sua opera è pubblicata sul libro “Arredamento” edito da Görlich Milano.

1956.


Alla Villa Reale di Monza si tiene la “3^ Mostra Nazionale di Pittura – Premio Città di Monza”. Un appuntamento di prestigio, riproposto dopo l’edizione del 1953, che riunisce le opere dei più rinomati pittori d’arte contemporanea. Ada concorre con il dipinto “Ponte di Nova Milanese”.

1957.


Nel mese di febbraio partecipa all’esposizione “50 Artisti Lombardi” promossa dalla “Galleria d’Arte S. Trinità” di Firenze.
Ancora nel capoluogo toscano, nel mese di ottobre, in occasione della mostra “Gli Artisti Italiani Contemporanei”, espone alcune opere alle Gallerie d’Arte Moderna “La Permanente” e “Schubert”.
Nello stesso mese, partecipa con l’opera “Paesaggio ligure” alla rassegna di pittura contemporanea “Premio Città di Forlì”, patrocinata dalla Fondazione Livio e Maria Garzanti.

1958.


Nel mese di agosto si svolge la terza edizione della “Rassegna di Pittura” organizzata dal Comune di Casalpusterlengo. Ada presenta il dipinto “Natura morta”.

1959.


Nel mese di marzo è iscritta tra i partecipanti al concorso di pittura “2° Premio Città di Abbiategrasso” che si svolge nelle sale del Castello Visconteo. Ripropone l’opera “Le Amiche” e il dipinto “Fiori” realizzato nel 1958.
In maggio, la sua opera “Arlecchino” è ammessa al concorso “V Premio Bergamo”. La rinomata rassegna di pittura annovera 322 opere di 191 artisti.
Nello stesso anno, esegue il bozzetto dal titolo “La civiltà” per un mosaico destinato alle Scuole Costa di Cinisello Balsamo.
Nel mese di novembre riceve il diploma a titulum Academici conferitole dall’ ”Academia Latinitati Excolendae – Artium et Litterarum” di Roma.

1960.


Partecipa con il dipinto “Piccola darsena” al “XI Premio Terni”.

1961.


E’ chiamata a far parte dell’Accademia de “i 500” di Roma per le Arti Lettere Scienze e Cultura in qualità di Accademico di Merito.
Nel mese di novembre il Comune di Cinisello Balsamo, in occasione della “Mostra Nazionale di Pittura Contemporanea 1961”, le conferisce la Medaglia d’oro del Ministero della Pubblica Istruzione.
Dipinge un ritratto della Contessa Odescalchi di Milano.

1963.


Nel mese di ottobre concorre con l’opera “Il fagiano” alla 3^ Mostra Nazionale di Pittura “La Caccia” organizzata con il patrocinio del Comune di Belluno.

1965.


Partecipa alla Mostra Collettiva della Pittura Italiana che si svolge nei mesi di febbraio e marzo al “Modern Art Center” di Zurigo. Sono in esposizione 550 opere di 220 pittori italiani contemporanei.
Veste il ruolo di segretaria alla Mostra Nazionale di Pittura Contemporanea e del Bianco e Nero, “3° Premio Cinisello Balsamo”, che accoglie opere di 160 artisti.

1966.


Organizza una mostra personale alla Galleria “La Vela” di Riva del Garda. Espone ventidue tele che il quotidiano “Alto Adige”, nella pagina dedicata alla cronaca di Riva, definisce ..di singolare vigore espressivo.
La rassegna, messa in evidenza dalla stampa cittadina e nazionale, richiama le autorità di Riva e rinomati artisti affettivamente vicini ad Ada, oltre ad un pubblico d’interlocutori attenti, abituati ad ammirare opere di pittori affermati.
Tra i dipinti esposti, una “Signorina romantica” e un “Ritratto di Stefania” sono riprodotti nell’opuscolo d’invito preceduti da un’autorevole presentazione di Alfio Coccia.

1967.


Nei mesi di maggio e giugno l’Associazione Artisti Professionisti di Cremona indice, quale omaggio al grande concittadino Claudio Monteverdi, la Mostra d’Arte Contemporanea “Monteverdiana 1967”. Ada partecipa con il dipinto “La giovanetta” la cui immagine è riprodotta nel catalogo ufficiale della mostra.
Nel mese di aprile il locale “Pino” di Milano, celebre per i suoi piatti squisiti e per i suoi clienti, nomi illustri dell’arte, della cultura e del giornalismo, ospita alla rinomata “La Parete” una personale della pittrice.
La mostra comprende diciassette opere su un unico tema: i fiori. L’opuscolo redatto per l’evento è valorizzato da un’armoniosa presentazione di Carlo Crovetto.
Nei mesi di aprile e maggio è invitata alla “II Biennale delle Regioni 1967” organizzata dalla Galleria Europa Arte di Ancona. Ada concorre con l’opera “Ritratto di Stefania” che è pubblicata sul catalogo e insignita della “Medaglia d’oro speciale” della Galleria Europa Arte.
Sempre in maggio partecipa alla “IV Mostra Estemporanea di Pittura” organizzata dal Comune di Arena Po. Sono in concorso opere murali raffiguranti il paesaggio fluviale. Ada presenta un affresco su telaio intitolato “Il Po”.
In giugno è chiamata a far parte della giuria del “Primo Concorso di Pittura Extemporanea” organizzata dal Comune di Tavazzano con Villavesco.
Nel mese di agosto il Comune di Cinisello Balsamo le affida la Segreteria del “IV Premio Biennale di Pittura”, ruolo che ricoprirà con successo anche in edizioni successive.
In ottobre organizza presso la Casa di Riposo Martinelli di Cinisello Balsamo una mostra di lavori femminili realizzati dalle ospiti della casa per anziani. Alla cerimonia d’inaugurazione interviene il Cardinale Silva Raoul Henriquez di Santiago del Cile.
L’attività della Casa di Riposo Martinelli era stata avviata nel mese di febbraio. Fra gli ambienti adibiti alla vita giornaliera degli ospiti, si distingue la cappella, adornata di grandi vetrate policrome raffiguranti la storia di San Carlo, opera del pittore Leonardo Spreafico.
Per il suo impegno nel sociale a favore degli anziani, l’Opera Pia Fondazione Martinelli, insigne Ada del “Distintivo d’oro ad honorem”.

1968.


Il mese di aprile la vede impegnata in una mostra personale alla “Galleria Caprotti” di Monza. Espone diciotto opere tra le quali i ritratti di “Stefania” e di “Simona”, “Signorina col gatto”, “Ragazza dai capelli rossi”, “Signorina romantica”, “Paesaggio sul fiume”, “Paesaggio di collina” e altre tele dei suoi rinomati “fiori”.
Numerose testate giornalistiche cittadine e nazionali danno risalto all’evento: L’Italia, La Notte, D’Ars Agency, Il Commercio Lombardo, Il Cittadino, le dedicano articoli firmati da A. Coccia, A. Caserini e M. Portalupi.
Enotrio Mastrolonardo scrive su di lei un articolo di tre colonne sul quotidiano “Nuova Sardegna” corredandolo dell’immagine di un dipinto floreale.
Il Comune di Arena Po la nomina membro del Comitato d’Onore alla 5^ edizione della “Gara Estemporanea di Pittura – L’antica valle del Po”.
Nel mese di maggio è invitata a far parte della giuria della “X Mostra Annuale di Pittura” istituita dal Centro Culturale Ricreativo dello stabilimento “OM” di Milano.
In giugno espone il dipinto “Fiori in vaso” alla mostra “Pittori a Bardonecchia” promossa dall’Azienda Autonoma di Soggiorno e allestita nel salone d’onore della Cassa di Risparmio. Sono in esposizione cento opere dei più importanti pittori contemporanei.

1969.


Realizza un ritratto e un busto di gesso della giornalista, critica d’arte e amica Margit Seregni di Nova Milanese.
Nel mese di luglio invia due disegni alla “Mostra Internazionale di Grafica” di Osimo.

1970.


In marzo organizza una mostra personale alla Galleria d’Arte “Alexandria” di Alessandria. L’esposizione comprende quindici dipinti a olio e tre disegni a china.
Tra le opere esposte si evidenziano: “La giovinetta” del 1963, pubblicata su D’Ars Agency, “Paesaggio Toscano”, “Trecce rosse”, “Paesaggio in collina” e altri dipinti dal soggetto floreale.
L’opuscolo d’invito comprende una bella presentazione di Anna Peracchio e un elegante “Profilo d’Artista” di Margit Seregni.
Partecipa alla rassegna di pittura contemporanea organizzata dalla Galleria d’Arte ”Città di Riva” di Riva del Garda. Sono esposte al pubblico opere di ventotto artisti italiani, molti dei quali di fama internazionale.
Dipinge un ritratto della famosa ballerina Vera Colombo, étoile del Teatro alla Scala di Milano e maestra di Stefania, nipote della pittrice. L’opera, intitolata: “Vera, il corsetto rosso”, concorre, nel mese di giugno, al “2° Premio di Pittura – Il Morazzone” e le vale la “Medaglia d’Oro” della Camera di Commercio di Varese. Il mensile d’arte e cultura “Arterama” dedicherà al ritratto la copertina dell’edizione di Marzo 1971.

1971.


In aprile invia il dipinto “Madonna con bambino” alla “III Biennale d’Arte Sacra” di Sora.
Nel mese di settembre presenta il dipinto “Fiori bianchi in vaso giallo” alla Mostra Collettiva “Fiori nella pittura oggi” organizzata dalla Galleria d’Arte “Statuto 13” di Milano.
Nello stesso mese espone le opere “Figura di ragazza con trecce” e “Fiori” alla “I^ Mostra Regionale d’Arte Lombarda” alla quale partecipano 106 artisti con 189 opere.
Scrive alcuni racconti per il giornale “Hinterland” di Cinisello Balsamo. Slanci intrisi di romanticismo che affiorano dai ricordi di bambina, dedicati a quei personaggi, a volte misteriosi, entrati a far parte della tradizione popolare. E’ il caso della “Valsapera”, una donna alta, marziale, piena di mistero, alla quale Ada aveva dedicato alcuni disegni già nel 1945, e di “Pigota e pigutin” (bambola e bambolina), dedicato alle sorelle Benzoni, insegnanti alle scuole elementari di Cinisello Balsamo.

1972.


L’edizione di febbraio 1972 del mensile “Arterama” dedica la terza pagina di copertina al dipinto di Ada “Ritratto di Maria Rosa Conconi”, consorte dell’amico e medico curante dott. Giorgio Conconi.
In maggio è giurata della “Mostra Estemporanea di Pittura” allestita dalla Pro loco di Salerano sul Lambro. Il tema della manifestazione è “Salerano e il Lambro: paesaggio da salvare”. La rassegna artistica vuole richiamare l’attenzione delle autorità provinciali e regionali sull’inquinamento del fiume.
A dicembre, il mensile “Atlante” dell’Istituto Geografico De Agostini di Novara, nella rubrica “Saper collezionare”, le riserva una pagina intera, sottoponendo all’attenzione dei lettori quattro opere: “Giovinetta con abito rosso”, “Vaso di fiori con tulipano”, “Paesaggio a Rapallo” e “Fiori in vaso giallo”.
E’ invitata insieme con altri quotati pittori settentrionali e dell’Italia centrale dall’Ente Mostra della Città di Marsala per interpretare le bellezze paesaggistiche dell’Isola di Mozia e dello Stagnone.

1973.


Fa parte della giuria al “V Concorso di Pittura” di Miradolo Terme e alla “Mostra di Pittura” di Tavazzano.

1974.


Nel mese di settembre espone alla “I^ Rassegna di Pittura dei Maestri Contemporanei” organizzata alla “Galleria d’Arte Moderna” di Carugate.
Un suo disegno in punta secca raffigurante una ballerina è riprodotto sull’invito al “Saggio di danza” rappresentato al Teatro Pax di Cinisello. L’evento, proposto con cadenza biennale, era molto atteso da genitori, parenti e amici delle numerose allieve della scuola di danza “Palestra Azzurra” gestita dalla sorella Gianna, grande sportiva, che era stata capitana della squadra “Nazionale Azzurra” femminile di pallacanestro.
Il 15 dicembre, improvvisamente, si spegne il pittore Leonardo Spreafico. Per Ada è un colpo terribile. La stima e l’affetto per il suo maestro la spingeranno a dedicare gran parte delle sue attività per promuovere l’arte e mantenere viva l’immagine del pittore monzese, spesso a discapito della sua stessa carriera di pittrice. I tre anni successivi la vedranno impegnata, con l’aiuto di amici, estimatori e critici, a raccogliere e catalogare note biografiche, saggi, articoli e riproduzioni fotografiche delle opere più significative del Maestro, che farà pubblicare nel 1977 in una bella monografia a lui dedicata.

1975.


In febbraio espone alla rassegna collettiva di artisti contemporanei allestita nei locali della Galleria d’Arte “Il Quadro” di Cinisello Balsamo. Alla cerimonia d’inaugurazione partecipa, fra gli altri, il navigatore solitario Ambrogio Fogar, che coglierà l’occasione per confermare la sua annunciata traversata a piedi della Groenlandia.
Nel mese di aprile partecipa alla mostra collettiva di pittura contemporanea organizzata dal Centro Culturale Velatese.
In maggio invia il dipinto “Madonna nera con bambino” alla “Mostra di Pittura Mariana” presso il Pontificio Ateneo Antonianum.
A novembre partecipa all’annuale incontro fra artisti italiani e stranieri promosso dall’Ente Mostre Città di Marsala.
In dicembre è fra le espositrici alla Mostra Collettiva Internazionale che ha luogo all’Artothèque di Montecarlo. Alla manifestazione partecipano diciannove artiste rappresentanti un panorama completo della pittura contemporanea mondiale ..au féminin..

1976.


Nel mese di aprile partecipa alla “2^ Rassegna di Pittura dei Maestri Contemporanei” organizzata presso la “Galleria d’Arte Moderna” al Carrefour di Carugate, dove espone anche dipinti di Leonardo Spreafico.
Maggio la vede impegnata nell’organizzazione del biennale appuntamento con il “Saggio Spettacolo di Danza” rappresentato al Teatro Pax di Cinisello Balsamo e promosso dalla scuola di danza “Palestra Azzurra”. Le coreografie sono opera dei primi ballerini Jozo Borcic e Angelo Moretto. Nei momenti liberi dagli impegni professionali, insegna nella scuola anche Stefania, nipote della pittrice.
Un bell’articolo pubblicato su “Prospettive d’Arte” mette in luce l’impegno e l’entusiasmo delle sorelle Rusconi, delle tante allieve e delle loro mamme, improvvisate sarte di palcoscenico. Fotografie dei diversi momenti del saggio completano le tre pagine dedicate dalla rivista all’evento.

1977.


Pubblica la monografia “Leonardo Spreafico”. Il volume, edito da Silvana Editoriale d’Arte, si compone di 140 pagine con oltre 100 illustrazioni delle opere del pittore monzese. L’introduzione è di Roberto Sanesi, il testo di Guglielmo Volonterio e la biografia critica è curata da Mario Ghilardi.
Rilascia un’intervista su Spreafico alla giornalista Bruna Coradini, pubblicata su “Prospettive d’Arte” di marzo-aprile.
Lo stesso periodico, nell’edizione di novembre-dicembre, pubblica un’ulteriore intervista alla pittrice. L’articolo, dal titolo: “La malinconia di Ada Rusconi”, è a firma di Anna Peracchio, seguito da un breve scritto di Mario Ghilardi.
Dona due opere, una sua e una di Spreafico, all’ “Associazione Lombarda per il bambino emopatico”, a beneficio della mostra artistica di beneficienza organizzata presso il Museo della Scienza e della Tecnica di Milano.

1978.


S’impegna nell’organizzazione di una mostra antologica di Leonardo Spreafico, che sarà allestita in ottobre al Palazzo della Permanente di Milano. Sono in esposizione oltre cento opere del “Maestro del colore” in un ampio percorso cronologico che dal 1933 al 1974 mette in risalto i diversi periodi della sua lunga ricerca artistica.

1979.


Partecipa alla mostra collettiva a tema “Arte Sacra per la casa” promossa dalla Galleria Ponte Rosso di Milano.

1981.


Fa eseguire, su suoi disegni, due bassorilievi per il monumento funebre a Leonardo Spreafico, le cui spoglie mortali riposano nel cimitero di Cinisello Balsamo.
Plasma un busto di gesso raffigurante una danzatrice.

1982.


Un nuovo dipinto di ballerina è riprodotto sull’invito all’edizione 1980 del “Saggio di Danza” organizzato dalla scuola “Palestra Azzurra” di Cinisello Balsamo. Espone il dipinto “Madonna con bambino” alla “Rassegna d’Arte Sacra” allestita nella Basilica di San Simpliciano a Milano.

1984.


Aderisce insieme a duecento artisti all’iniziativa promossa da “Il Corriere di Roma” per la rinascita dell’Arte Sacra. Il quotidiano romano, nell’ambito della “Manifestazione d’Arte, di Fede e di Speranza”, pubblica, nel corso di alcuni mesi, i profili di tutti gli artisti partecipanti, artefici d’opere dal soggetto religioso. Il profilo di Ada è curato da E. Mastrolonardo. La rassegna si conclude nel mese di aprile con l’udienza dal Sommo Pontefice, Sua Santità Giovanni Paolo II, e il ricevimento in Campidoglio.
A dieci anni dalla scomparsa del Maestro Leonardo Spreafico, la Galleria Ponte Rosso di Milano gli dedica una mostra personale retrospettiva e, come in altre occasioni, Ada contribuisce all’organizzazione dell’evento. La rivista “Artecultura” ne illustra significato e caratteristiche in un articolo firmato da Mario Ghilardi.

1985.


Partecipa con l’opera “La chiromante” alla mostra “Da pittore a pittore” allestita dalla Galleria Ponte Rosso di Milano. La rassegna è un tributo alle donne artiste e alla loro pittura, avvalorato da un eguale numero di pittori che dedicano all’espositrice prescelta una loro presentazione, pubblicata nel catalogo insieme all’immagine del dipinto. Silvio Consadori, affermato artista bresciano, da la sua preferenza ad Ada.

1986.


Allestisce una mostra di Leonardo Spreafico alla Galleria d’Arte “Torquato Tasso” di Bergamo.
Dona la sua opera “Madonna con bambino” e il dipinto “Annunciazione” di Leonardo Spreafico alla “Veneranda Fabbrica del Duomo di Milano” nel IV centenario della fondazione del Duomo.

1987.


Da tempo Ada è malata. Un male subdolo, doloroso, difficile da sconfiggere, anche per chi, come lei, nella vita ha avuto tanto coraggio e volontà di battersi.
Si spegne lentamente il 30 marzo. Riposa nel cimitero di Cinisello Balsamo accanto alle spoglie del suo “Professore”.
Il Comune di Cinisello Balsamo, alcuni mesi dopo, le conferisce l’Onorificenza Cittadina “Spiga d’Oro” alla memoria.



Testi e commenti critici



Margherite, 1979 Margherite

1962.


«…..e guardiamo i fiori di Ada Rusconi. L’equilibrio della composizione e la loro armonia denotano acume, esperienza, studio. La freschezza delle pennellate, naturale ed educato buon gusto. Le tonalità, un soffuso calore e temperamento. La figura concepita in un’aura di malinconica grazia sprizza sapore e, perché no, sottile umorismo nei particolari del movimento, dell’acconciatura, dell’ambiente.»
(Giampaolo, in «Rossana» n.44, gennaio).

Le amiche, 1950 Le amiche, 1950

1963.


«Ada Rusconi è di forte tempra e non ammette soste in questa sua pittura ove è tutto invenzione ed anche la realtà diventa immaginaria. E’ una pittura moderna permeata di antico ove il soggetto, così riprodotto, e frutto di acuta analisi delle sensazioni visive ed il suo figurativo è la concretizzazione strutturale dell’oggetto rappresentato. La pittura di Ada Rusconi ha uno scopo: rendere con grazia e con equilibrio le sue composizioni, cioè esternare un sentimento al quale ha dato vita la bellezza delle forme.»
(Tato Mazzieri, in «D'Ars Agency», Milano, 20 dicembre).

Donna con fiori, 1951 Donna con fiori, 1951

1966.


«Ada Rusconi è un’artista inusitata, quasi sconcertante. In un tempo in cui si confonde facilmente arte e mestiere poesia ed istrionismo potremo assistere finalmente alla mostra completa di opere dettate esclusivamente dal genio e da una visione nuova dell’arte figurativa, in netta rottura con la recente tradizione. La pittura di Ada Rusconi è sorretta da profondi motivi spirituali e da una incontestabile ispirazione lirica, segni di travaglio e di obbedienza a leggi interiori.»
(Giuseppe Ciotta, in «Il Nuovo Informatore», Sesto S.Giovanni, 3 ottobre).

Signorina romantica, 1964 Signorina romantica, 1964

1966.


«Ora, la dominante di questi dipinti di Ada Rusconi, è proprio una incontenibile, inarginata necessità di messaggio. Un bisogno di comunicare che ha sempre sollecitato i grandi amori moltiplicandoli in intensità nell’atto stesso nel quale se ne fa parte altrui. E che la sollecitazione non ammetta indugi è documentato dal modo nervoso della pennellata, che, in certi tocchi, diventa addirittura elettrica come una stenografia, tutta brilli cromatici, o larga e sostanziosa, nel disfacimento della materia, che ne mescola i suoni in una composizione schiettamente melodica.»
(Alfio Coccia, in «Opuscolo della mostra personale di Ada Rusconi alla Galleria “La Vela” di Riva del Garda», ottobre).

Stefania, 1965 Stefania, 1965

1967.


«Tra le opere migliori in cui traspare la sua chiara vena artistica, vi è senza dubbio “Stefania”, un ritratto ad olio carico di sentimento, come se la Rusconi in quest’opera avesse raccolto, nella sua sensibilità attenta, un’eco sottile, che non può prescindere tuttavia dalla pienezza di un suono ampiamente orchestrabile. Da “Stefania” si sprigiona con vigore incandescente una limpidità che, oltre a dar luce a tutta l’opera, ci rapisce immergendoci in quell’ambiente ovattato, quasi catartico, che è proprio dell’arte.»
(A. Valaguzza, in «Luce», 8 aprile).

L.Spreafico, Ada Rusconi L.Spreafico, Ritratto di Ada Rusconi

1967.


«Spreafico – ci dice – non mi insegnava in modo diretto e neppure mi dava dei suggerimenti, si limitava solo a valutare ciò che io dipingevo, facendomi risaltare quello che nella mia pittura vi era di buono e deprecandovi ciò che gli sembrava piatto, banale, sbagliato. Ha educato in questo modo il mio gusto e la mia coscienza di pittrice lasciandomi ampia libertà.»
(G. Gonzaga, in “Intervista ad Ada Rusconi”, «La Cucina Italiana», settembre).

Composizione di fiori, 1965 Composizione di fiori, 1965

1967.


«Non posso essere certo io a valutare la mia pittura; quello che posso dire è che la mia pittura è sincera, senza premeditazione di mode o di altri “ismi ”….
Il mio genere fortunatamente incontra, mi accorgo che la gente riesce a leggere nelle mie tele tutte le cose che vorrei dire, e ne hanno una qualche consolazione, per me un mazzo di fiori, un volto di donna, è come una delicata poesia, da comporre con ogni riguardo, c’è la segreta musica del verso, risolta in valori tonali, e c’è anche quella penetrazione, quella trasfigurazione della realtà, che è indispensabile alla poesia autentica. Vorrei insomma trasferire in ogni tela, un poco del mio desiderio di comunicare, di giovare al mio prossimo….»
(G. Gonzaga, in “Intervista ad Ada Rusconi”, «La Cucina Italiana», settembre).

Simona, 1967 Simona, 1967

1968.


«C’è nella Rusconi ritrattista un gusto sottilmente romantico che sembra immettere fino alle soglie della vita segreta dei suoi personaggi, quasi ai limiti di una intimità dolcemente intravista e piena di silenziose seduzioni spirituali. A chi ben guardi fiori e figure appartengono ad uno stesso mondo. Del resto l’incisione signorilmente diramata, perché servisse di cortese invito,è prova di quali armoniosi risultati siano il frutto di un nobile e provveduto mestiere al servizio di un innato e sottile senso poetico. Paesaggista di buon piglio costruttivo, sa svelare nella originalità di un taglio felice, la bellezza di scenari pur consueti al nostro occhio, e li trascrive con estrema sicurezza di impianto, e un colore succoso, radicato, dalla voce intonata, estesa, sapientemente e robustamente orchestrata.»
(Alfio Coccia, in «L'Italia», Monza, 16 aprile).

Pont des beaux arts, 1965 Pont des beaux arts, 1965

Ballerine, 1960 Ballerine, 1960

1968.


«Ada Rusconi espone alla galleria Caprotti di Monza. Di animo estremamente sensibile, lo è anche guardando i fiori, le ballerinette. Possiede un modo deciso di rappresentare, considera il taglio del quadro, gli spazi di campitura che sono “aerei” per la delicatezza dei toni, di contro ha un inturgidimento di corolle e ciuffi dei plastici mazzi di fiori. Le ballerinette hanno soavi cadenza di forme. L’intonazione pittorica è tipica lombarda.»
(Mario Portalupi, in «La Notte», Milano, 24 aprile).

Autoritratto, 1949 Autoritratto, 1949

1968.


«Nella sua semplicità, nella sua accortezza quasi timorosa e tutta femminile Ada Rusconi rivela il risvolto di una personalità estremamente ricca, che quasi quasi non abbisognerebbe né di spiegazioni, né di interpretazioni. Nella sua arte, nella sua pittura, se c’è qualcosa di veramente misterioso, è proprio il suo rifiuto, sotto il profilo del linguaggio pittorico, ad interpretazioni più o meno elaborate, per lasciare posto invece ad una fonte ricca di scosse liriche, di stupori, di incantesimi.»
(Aldo Caserini, in «Bollettino della Pubblicità e degli Affari», Lodi, aprile).

Capelli rossi, 1968 Capelli rossi, 1968

1968.


«“Capelli rossi” è una “fanciulla” di Ada Rusconi. Figura presa dalla vita e fermata in un suo intenso silenzio e racconto, nel quale si fondono la vita della fanciulla e la vita dell’artista: come se l’intuizione profonda, tesa in sensibilissime vibrazioni, attenta ad ogni sollecitazione emotiva, trovasse nella composta dolcezza dell’immagine creata un suo inquieto riposo. Inquieto, perché non è mai riposo la poesia e le “fanciulle” di Ada Rusconi, come i suoi “fiori” e i suoi paesaggi, sono poesia.»
(Margit Seregni, in «Hinterland», Cinisello Balsamo, aprile-maggio).

Ponte sul fiume, 1951 Ponte sul fiume, 1951

1968.


«Ada Rusconi (galleria Caprotti – Monza) riprende motivi di un garbato post-impressionismo toccando talvolta rara intensità di tessitura cromatica e sempre delicati accenti di emozione poetica.»
(Alfio Coccia, in «L'Italia», Monza, 6 giugno).

Giovanetta, 1967 Giovanetta, 1967

1968.


«Ada Rusconi, pure rimanendo fedele alla sua ispirazione e pure rifuggendo dai tentativi e dalle ricerche di molte sue inquiete colleghe, rimane ugualmente su un piano di viva attualità, in quella zona della pittura figurativa dove i mutamenti non sono strumentali o linguistici, quindi esteriori, ma avvengono interiormente nell’affinamento della materia, nell’arricchimento dei contenuti e nell’approfondimento spirituale, attraverso la cui visione viene depurata e semplificata.»
(Enotrio Mastrolonardo, in «La Nuova Sardegna», 10 agosto).

Ragazza con gatto, 1968 Ragazza con gatto, 1968

1968.


«Ada Rusconi si esprime attraverso la pittura; il suo mondo interiore, quel suo bisogno istintivo di dire, di comunicare con il suo prossimo, di cogliere gli aspetti più veri e più umani della vita; tutto questo la pittrice lo sintetizza nei colori, lo trasferisce dalla tavolozza alla tela. E’ quindi indubbio che in un mondo dove il mito della violenza è diventato il “credo” più ascoltato, è consolante pensare che ci siano creature come Ada Rusconi, posare gli occhi sui suoi quadri, sulla delicatezza dei suoi fiori, sulle figure femminili la cui bellezza ripaga dalla visione di tante brutture che, ironia, hanno la pretesa di essere capolavori.»
(Anna Peracchio, in «Il Caminetto» n.142, settembre).

Ritratto di Margit Seregni, 1968 Ritratto di Margit Seregni, 1968

1970.


«Il terrazzo di Ada: in un certo modo le assomiglia. Ci sono le cose che hanno trovato una risposta immediata, nella sua sensibilità pronta e difficile, la ringhiera di ferro battuto che richiama l’infanzia nella patrizia Villa Ghirlanda, e poi le piante le nuvole le stagioni e le case e la gente che si possono vedere, dall’alto: la vita, insomma, nei suoi aspetti di tutti i giorni, umani, caldi, contraddittori, e la vita nelle sue forme filtrate di bellezza ripensata e sofferta.»
(Margit Seregni, “Profilo d'artista” in «opuscolo della mostra personale di Ada Rusconi alla Galleria “Alexandria” di Alessandria», febbraio).

Vera, il corsetto rosso, 1970 Vera, il corsetto rosso, 1970

1970.


«La figura umana fatta con evidente passionalità con un gioco tutto delicato di sottigliezze cromatiche (dalle “pezze” tonali anche “piatte” alle increstature brillanti, imbevute di luce) arriva a espressione talvolta quasi fauve, dove il risalto plastico è dato dalla pulsione del tono al controtono: un azzurro, dirò, contro un cremisi. Ma in genere, in quelle delicate figure femminili di giovani e adolescenti alle quali la pittrice dedica gran parte del suo lavoro, ciò che colpisce è l’espressione del volto: un’aria mite, buona, un visetto grazioso, un concetto di damina fine settecento: “stile Direttorio”.»
(Mario Portalupi, in «Arterama», febbraio).

Campagna Sanese, 1968 Campagna Senese, 1968

1976.


«Certamente i lunghi anni di sodalizio con un artista come Spreafico han lasciato un’impronta: è la mirabile capacità con cui Ada Rusconi lavora sulle strutture tonali fino farle vibrare non soltanto nelle luci ma in un registro di timbri musicali, di suoni, di risonanze interiori. Un magistero così importante non poteva non suggestionare Ada Rusconi, ed è stato un acquisto prezioso; ma poi la pittrice ha saputo calare nella lezione ricevuta tutta se stessa, la sua personalità, il suo finissimo sentimento della vita. Ed è un sentimento di amore religioso agli esseri, alle cose; è la volontà di recuperare in questi nostri giorni così turbati e dispersi la verità della poesia.»
(Mario Ghilardi, in «International Art Bulletin», gennaio-febbraio).

La Chiromante, 1981 La Chiromante, 1981

1985.


«In questo decennio la pittrice ha svolto con scelte consapevoli un ciclo creativo degno di considerazione. I molteplici temi affrontati, dai fiori ai paesaggi alla figura, alle sue ballerine – amatissimo questo motivo, dove la danza evoca con la lievità, immagini più vicine allo spirito che alla materia -, sono condotti seguendo uno svolgimento unitario che implica una costante ricerca sulla espressività del colore nell’atto di costituirsi in sintesi di forma. Un impegno da far paura e che all’artista provoca un’ansia continua di rinnovamento. Ada Rusconi la percepisce ed è segno questo dell’autenticità del suo operare.»
(Silvio Consadori, in «catalogo della mostra “Da Pittore a Pittore”, Galleria Ponte Rosso», Milano).

Ballerina, 1985 Ballerina, 1985

1988.


«Pittrice nobilissima, dunque, la cui nobiltà derivava proprio dal suo saper essere sé stessa, dolce, malinconica, appartata, ma tenace, convinta nell’afferrare un proprio credo poetico e pittorico, aristocratica nella selezione di quei soli valori che fanno della pittura (e del disegno, poiché non va dimenticata la straordinaria eleganza del suo tratto) un’arte da accostare nel rispetto di ciò che essa rappresenta: lo specchio del nostro animo, la proiezione del nostro sentimento. Ciò che Ada Rusconi attuò con la piena consapevolezza delle responsabilità che in tal modo si assumeva e che oggi vengono ripagate – tardivamente – riconoscendole una statura artistica che va ben oltre quel rispettoso consenso che le fu concesso in vita. Nella neppur tanto folta schiera di naturalisti aggiornati su un linguaggio libero dalle pastoie scolastiche, Ada Rusconi si colloca in posizione emergente, rivelando, accanto alle soavi doti distintive, il pieno possesso di ogni strumento espressivo. Così la sua poesia non si estenua in sfuggente profumo, ma si concreta nella duratura verità delle immagini.»
(Mario Monteverdi, in «opuscolo della mostra “Antologica di Ada Rusconi”, Galleria Civica “Ezio Mariani”», Seregno, dicembre 1988-gennaio 1989)
Barche in secca, 1972 Barche in secca, 1972


«Si conclude così, dopo una lunga malattia, costantemente assistita dall'amico dott. Giorgio Conconi, anch'esso scomparso, una vita ricca d'esperienze, anche innovative per un secolo che avrebbe visto affermare l'emancipazione femminile solo molto più tardi. La sua sensibilità, mai indifferente alle persone bisognose, senza pubblicità, ha rivelato solo dopo le sua morte donazioni e aiuti. Un animo generoso e ispirato che per molti ha fatto da guida ed esempio, l'animo di mia zia.
Grazie zia Ada.»

Stefania, 1973 Stefania, 1973